Come creare una comunità energetica e da quali elementi è formata
Ritorniamo per la terza settimana consecutiva sulla comunità energetica. Dopo aver dato uno sguardo generale nel primo articolo ed aver approfondito la normativa italiana di settore affrontiamo oggi l’argomento: come creare una comunità energetica e da quali elementi è formata.
Sappiamo già che la comunità energetica è una persona giuridica senza fini di lucro che ha come obiettivo principale quello di ridurre il costo dell’energia per i consumatori che partecipano alla comunità stessa. Sappiamo, inoltre, che la comunità energetica può essere formata da privati, case singole, condomini, aziende, associazioni che mettono in comune l’energia attraverso soluzioni di prossimità (nel caso in cui siano tutte vicine alla stessa cabina di trasformazione di medio/bassa tensione) o soluzioni di comunità virtuale. Nella comunità energetica ci sono individui che producono e consumano energia (prosumer) e individui che, invece, partecipano solo come consumatori.
Le comunità energetiche, dunque, diventano delle vere e proprie governance locali a responsabilità diretta in cui cittadini, imprenditori, associazioni condividono principi, regole, procedure e risorse con l’obiettivo di autogestire l’energia (sharing resources).
Come è fatta una comunità energetica?
La comunità energetica è composta di tre livelli:
- abitazione – smart home;
- edificio e reti di edifici;
- comunità.
Si parte, dunque, dalla Smart Home, una casa di ultima generazione, altamente efficiente dal punto di vista energetico con al suo interno un “energy box”, ovvero un dispositivo che integra diversi sensori, inseriti nelle diverse stanze, e consentono di facilitare la gestione dell’abitazione stessa. Grazie all’energy box è possibile gestire la casa da remoto monitorando, in ogni istante, gli andamenti ed i consumi energetici della stessa. Tramite un sistema informatico è possibile, per i proprietari dell’abitazione e per una eventuale Energy Service Company che ne gestisce i consumi, visualizzare i grafici di ogni sensore tramite app e servizi aggiuntivi). I dati che l’energy box raccoglie vengono condivisi in un apposito cloud che funziona come aggregatore.
Nella seconda fase i dati raccolti dagli energy box delle singole abitazioni vengono organizzati e raggruppati in big data che consentono analisi, elaborazioni, sincronizzazione e possibilità di effettuare diagnosi da remoto, nonché di organizzare la manutenzione predittiva o di intervenire in tempi brevissimi in caso di guasti.
Un utente aggregatore può, quindi, vedere tutti i dati aggregati delle smart home da monitorare attraverso un’apposita interfaccia grafica. Anche gli utenti delle singole abitazioni possono visualizzare i dati della loro abitazione ed addirittura confrontarli con i dati di consumo di altre abitazioni simili che fanno parte dello stesso edificio/sistema. L’utente aggregatore, infine, può trasmettere le informazioni di tutti gli edifici connessi alla comunità energetica.
La comunità energetica, a questo punto, può condividere l’energia e risalire a tutte le informazioni utili per una gestione efficiente ed efficace.
La governance della comunità energetica e la figura del facilitatore di comunità energetica
Tutti i membri della comunità energetica, che hanno come fine la sostenibilità energetica della comunità stessa, possono fare leva sulle istituzioni locali affinché adottino soluzioni energetiche sostenibili per tutto il territorio. Possono indicare anche le nuove tecnologie adottate nelle strutture residenziali al fine di promuoverne l’adozione in tutto il quartiere.
Per raggiungere questi obiettivi le comunità energetiche possono avvalersi dell’aiuto di una nuova figura professionale, il facilitatore di comunità energetica, che ha proprio il compito di co-progettare la governance della comunità assieme ai cittadini portatori di interesse.
I vantaggi della comunità energetica
Chiudiamo questa prima panoramica sulle comunità energetiche ricordando che le stesse si ispirano agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU e del Green New Deal dell’Unione Europea.
I vantaggi che le comunità energetiche producono sono numerosi e contribuiscono proprio alla realizzazione degli obiettivi stabiliti dalle organizzazioni nazionali ed internazionali in fatto di lotta al cambiamento climatico, sostenibilità, lotta alla povertà. Elenchiamo di seguito i vantaggi principali:
- risparmio economico e benefici ambientali quali:
- risparmio in bolletta sulle componenti variabili della stessa;
- valorizzazione dell’energia autoprodotta grazie al riconoscimento di un guadagno;
- agevolazioni fiscali (50% detrazioni fiscali per le persone fisiche, 130% superammortamento per le persone giuridiche);
- riduzione degli impatti ambientali degli edifici;
- contrasto alla povertà energetica:
- si stima che in Italia 4milioni di persone, nel 2018, non abbiano potuto acquistare l’energia minima per alimentare gli impianti delle abitazioni, perciò, accedere ad una comunità energetica consentirebbe a queste persone di accedere all’energia a prezzi di molto inferiori a quelli del mercato libero;
- risparmio energetico ossia riduzione dei consumi energetici:
- con interventi gestionali da parte dell’utente attraverso sistemi di building automation;
- con interventi di tipo impiantistico che introducono tecnologie più performanti;
- maggior diffusione dell’economia collaborativa (sharing economy) con condivisione di beni e servizi, collaborazione tra cittadini, scambio.
- risparmio economico e benefici ambientali quali:
Conclusioni sulla comunità energetica rinnovabile
La comunità energetica rende l’accesso ai beni ed ai servizi prioritario rispetto al possesso degli stessi. Grazie alla volontà dei singoli cittadini che possono unirsi per soddisfare uno specifico bisogno, a piattaforme di collaborazione per la gestione dell’energia, ed alla possibilità stessa di condividere l’energia si creeranno buone pratiche e casi studio replicabili che consentiranno di ottenere benefici ad ogni livello di organizzazione amministrativa.
Il ruolo di Edilvi come ESCo nella comunità energetica
Edilvi, in quanto ESCo, non può diventare socia della comunità energetica. Il suo ruolo, come quello delle altre ESCo, è, tuttavia, quello di appoggiare la comunità energetica come soggetto responsabile tecnologico ovvero come soggetto competente che può fornire servizi legati alle energie rinnovabili, alle nuove tecnologie da installare nelle abitazioni (esempio la building automation), alla realizzazione di smart home, alla promozione dell’autoconsumo, dell’autoconsumo collettivo e della fornitura di software dedicati per la gestione energetica.
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